MARTINI RUGGERI & PARTNERS Architetti Associati

Palazzo Celandroni

COMMITTENTE
Celandroni – Porrotto

LOCALIZZAZIONE
Calci – Pisa

PROGETTO ARCHITETTONICO
Arch. Roberto Martini
Arch. Rossella Ruggeri

COLLABORATORI
Arch. Gioia Martini
Arch. Elisa Marlia
Ing. Giacomo Cei
Ing. Matteo Bonanni

PROGETTO: 2012
REALIZZAZIONE: 2013

Trattasi di recupero e restauro di edificio che ha subito nel tempo trasformazioni interne. Il delicato intervento è stato quello di ripristinare l’essenza della reale storicità del palazzo stesso.  La cura nel dettaglio dei prospetti, l’utilizzo di cromatsmi ricercati e la definizione delle specifiche ritrovate nella muratura sono stati gli obiettivi che ci siamo posti di raggiungere. L’edificio si svolge planimetricamente ad L, facendo da quinta a nord a Piazza Cairoli e ad ovest a via F. Ruschi; si articola su tre piani ad eccezione dell’appendice più a nord di via F. Ruschi che rappresenta il deposito attrezzeria agricola. La facciata è stata trattata cromaticamente seguendo quanto ancora era visibile al momento del restauro; in particolare il recupero totale dei fregi delle gronde che ci indicano appunto le cromie da utilizzare. Le finestre ed il portone d’ingresso sono riquadrati da pietra serena con aggiunte postume di “pietra verrucana”. L’edificio sul prospetto di Piazza Cairoli viene riquadrato, così com’era, da sbozzature pitturate a rilievo con la stessa tonalità del basamento a terra che accompagna le riquadrature delle porte-finestre a terra. Sul prospetto di via Ruschi si ripropone il basamento a terra e le riquadrature nel corpo principale, da cui si “stacca” una torre merlata che noi riproponiamo di un rosso mattone. Eccezionalmente su fianco di via Ruschi è presente una scultura romana di recupero: una “testa” , che rappresenta Minerva sotto la quale è ancora visibile (in parte, ma lo era chiaramente negli anni ’70) una scritta coeva con la pitturazione esterna, che vogliamo riproporre e citava: Omnis Mulier Omne Malum.  Pensiamo poi di difendere questa scrittura con una piccola lastra di vetro (praticamente invisibile) che allontani le acque meteoriche (acide e sulfuree) dalla scultura romana.

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