MARTINI RUGGERI & PARTNERS Architetti Associati

Urbanistica

“..L’urbanistica è il controllo preventivo delle future costruzioni e dell’uso del suolo in una data zona. Il concetto di urbanistica, diffusosi verso la fine del XIX secolo per opera di J. Stubben e di C. Sitte, si sostituì ale precedenti concezioni di espansione radicentrica. Tra i suoi vari aspetti, le misure prese per eliminare le condizioni insane di vita sono chiamate risanamento; quelle per porre rimedio alla scarsità di aree, sviluppo (redevelopment). L’espressione venuta recentemente alla moda, “sviluppo comunitario”, significa per contrasto la coordinazione tra la fornitura di case ed una politica programmatica degli investimenti unitamente alla creazione di un’infrastruttura economica. I poteri legali conferiti a un ente di pianificazione comprendono da un lato l’uso del suolo (e in base ad essi l’ente dispone, in ampio dettaglio, gli usi cui deve essere adibito il  suolo che rientra nella sua giurisdizione); dall’altro, lo sviluppo pianificato, mediante il quale l’ente dispone che cosa vada costruito e dove..”
“..La prima prova che abbiamo di edificazione di città risale a un’epoca tra il 7000 e il 5000 aC; ma le prime città di cui abbia conoscenza dettagliata sono quelle sulle rive del Mediterraneo, specie dell’antichità greca e romana, destinate a lasciare un’orma durevole sulla civiltà occidentale.
Fortezze e insieme insediamenti, le prime città greche seguivano per la maggior parte l’esempio delle città-Acropoli (costruite, cioè, sulla cima di alture) del Peloponneso e dell’Asia Minore (Micene , Troia) nella scelta del luogo. Successivamente l’acropoli venne integrata da ulteriori quartieri abitati sulle pendici o al piede della collina (come Atene). Non soltanto l’occasionale fondazione ex novo città sul continente comporta la realizzazione di una planimetria organizzata (Pireo), ma questo accade pure, in misura notevole, nelle città coloniali fondate nell’Italia meridionale, in Sicilia e sulla costa dell?asia Minore: Selinunte, Priene, Mileto, Siracusa; si ha un sistema caratteristico di strade che si  intersecano ad angolo retto, sia in zona piana che accidentata. Il nucleo di tali città, spesso dominante da un recinto sacro con tempio, era l’Agorà, o piazza del mercato cinta di portici; le strade su cui le case (dotate di cortile posteriore) affacciavano col retro erano semplicemente arterie di traffico, e non comportavano insiemi pianificati.
L’urbanistica romana apportò a questo schema un mutamento decisivo: persiste, per la verità, una regolarità planimetrica ippodamea che s’incentra sul cardo e sul decumanus; ma le strade, le piazze, i templi, o i fori principali rispondono a una distinzioni interamente nuova mediante la simmetria e l’assialità della loro architettura ufficiale, specialmente nel periodo tardo-romano (Roma stessa, Palmira)..”
“.. Intorno al 1910, l’urbanistica fu definita una disciplina; si crearono cattedre di urbanistica e si organizzarono gruppi di pianificazione. Alcune esposizioni (Londra e Berlino 1910) promossero una notevole messe di esperimenti e di lavori teorici in questo campo (T. Fischer, L. Hilberseimer, E. May, Le Corbusier). La comprensione crescente della necessità di vedere la crescita delle comunità urbane all’interno di un contesto regionale condusse, negli anni ’20, a numerosi tentativi di collaborazione tra le autorità (1920, fondazione della Unione per l’Abitazione della Ruhr), da cui evolvettero le autorità di panificazione regionale. L’affermazione fondamentale dei principi urbanistici dell’epoca è contenuta nella Carta di Atene del 1933, elaborata dal Congresso Internazionale di Architettura Moderna (Ciam). Queste idee di una città articolata ma libera, hanno dato un contributo durevole non soltanto alla ricostruzione e all’espansione delle città dopo il 1945, ma anche alla progettazione delle New Towns inglesi e della Greater London, nonchè alle numerose città satelliti scandinave. Tra i vari sugerimenti riguardanti il modo di strutturare una comunità, meritano speciale menzione quella dell’unità di vicinato e il concetto di città lineare (sviluppato per primo da Storia y Mata nel 1882 e poi elaborato dai “disurbanisti” del costruttivismo sovietico, dai progetti di città ideali di Le Corbusier, e da quelli di Hilberseimer).
L’anelito diffusissimo alla compattezza, alla flessibilità, alla zonizzazione mista, può considerarsi una reazione ai disagi determinati dalla zonizzazione rigida e dalla lamentatissima perdita del “senso comunitario urbano”..”

fonte: N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, Dizionario di architettura, Einaudi tascabili
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